Regola Sesta - l'Abbigliamento - Commento

L'abbigliamento è uno degli aspetti più importanti - ma spesso tra i più trascurati e mal compresi - del rapporto Padrone-schiava: attraverso l'abbigliamento la schiava dichiara in ogni momento l'appartenenza al suo Signore, il desiderio di piacere ai Suoi Occhi - che è al di sopra di ogni suo desiderio, - la sua disponibilità continua e immediata a servirLo; d'altra parte, il Signore usa l'abbigliamento della Sua schiava come strumento fondamentale per plasmarne il carattere, la disciplina, l'obbedienza.
In molti rapporti BDSM, la schiava è sempre nuda nel corso delle sessioni - o indossa abiti deliberatamente volgari, che obbediscono agli stereotipi della prostituta - ed è sostanzialmente libera di vestire come crede nel resto del suo tempo. Al contrario, è assolutamente fondamentale che la schiava si vesta sempre - anche quando il suo Signore non può vederla - ricordando l'appartenenza totale al suo Signore, e che il Signore controlli l'abbigliamento della schiava anche nel corso degli incontri.
Non sono la nudità e la vestizione e marcare i ruoli, rispettivamente, della schiava del Padrone: il Padrone si spoglierà necessariamente, in tutto o in parte, nel corso del Servizio o del Possesso, e questo paradossalmente diminuirebbe il Suo ruolo, il che non è evidentemente possibile. Quel che marca nettamente il ruolo servile sono i piedi nudi, o meglio il contatto del piede scalzo con il suolo: la schiava, sempre nel corso degli incontri e ove possibile in ogni altra circostanza, sarà a contatto con il pavimento, ne sentirà il freddo, ne tratterrà la polvere, camminerà - per così dire - nel mondo senz'altra protezione che il suo Signore. D'altra parte, il Signore farà sempre attenzione a non poggiare mai i piedi nudi a terra, restando sempre calzato per quanto possibile, o appoggiando sempre i piedi su qualcosa: un tappeto o, ancor meglio, gli abiti della schiava, marcando nel modo più netto la distanza incommensurabile dei loro ruoli. Questo spiega anche il ruolo fondamentale che l'adorazione dei piedi ha nel rapporto Padrone-schiava: i piedi del Signore, che non sono ovviamente organo sessuale né primario né secondario, non sono adorati dalla schiava perché questo atto le crei eccitazione diretta - non essendo il feticismo componente essenziale di un rapporto di dominazione, - ma perché in questo modo si riafferma nel modo più esplicito e inequivocabile la sua sottomissione.
La nudità totale non è automaticamente sinonimo di sottomissione: le immagini di nudità che sono presenti ovunque nel nostro immaginario iconografico - e che non riflettono solo un condizionamento che subiamo, ma anche pulsioni profonde che ci appartengono - spesso non trasmettono l'idea di una donna sottomessa, ma piuttosto sfrontata, quasi dominante. Il Signore farà spesso denudare la sua schiava: sempre quando deve possederla, spesso senza che questo sia necessario o richiesto da una Regola; ma sarà comunque una Sua scelta: e il vero dominio consisterà nel fatto che l'abbigliamento della schiava, o l'assenza di abbigliamento, deriveranno unicamente dalla Volontà del suo Signore, che facendola denudare senza necessità comunicherà la Sua ira - nudità come punizione - o la Sua intenzione di farsi servire solo sessualmente: l'ambiguità dell'interpretazione creerà nella schiava tremore ed eccitazione a un tempo, la vera base del piacere della sottomissione.
In generale, il Signore non farà abbigliare la schiava come una prostituta: questo sarebbe assurdo, perché la schiava gli appartiene totalmente, e una prostituta è una donna che appartiene solo temporaneamente e dietro pagamento. La schiava sarà chiamata spesso "puttana" - o con varianti più o meno volgari del termine - dal suo Signore, ma questo sarà solo uno degli strumenti con cui il Signore umilierà la Sua schiava quando Si degnerà di farlo, e non andrà inteso in senso letterale: la schiavitù è, in un certo senso, l'opposto della prostituzione. Quando il Signore vorrà vestire la Sua schiava in modo da umiliarla, accompagnerà i servizi non sessuali che le saranno imposti - e che sono essenziali, sia pure di tanto in tanto e a livello soprattutto simbolico, per marcare la sua sottomissione: pulire il pavimento, preparare caffè o tè, lavare un indumento del suo Signore - con un abbigliamento brutto, dimesso, o addirittura da lavoro (un camice corto indossato sulla pelle nuda, un grembiule senza niente sotto).
L'abbigliamento della schiava nel corso degli incontri consentirà sempre al Signore di accedere facilmente e in ogni momento al corpo che Gli appartiene: la schiava non indosserà mai pantaloni, né lunghi né corti, perché il Signore non potrebbe accedere al suo corpo se non spogliandola; porterà sempre tanga o  perizoma - tranne se circostanze esterne, le mestruazioni o altre indisposizioni, lo rendessero sconsigliabile, ma sempre su autorizzazione del Signore - perché questo Gli renderà più facile l'accesso alle parti intime della Sua schiava. Sopra la biancheria intima - che talvolta il Signore ordinerà di non indossare, anche prima dell'incontro - la schiava porterà sempre un solo capo di abbigliamento (o una sopra e uno sotto), che resti ben al di sopra delle ginocchia, che lasci libero il collo e lasci intuire l'attaccatura del seno: la schiava, anche vestita, comunica sempre al suo Signore di essere pronta a svestirsi per il Suo desiderio.
L'abbigliamento è la componente del rapporto Padrone-schiava che più risente dei condizionamenti della società e in cui l'ideale è più difficile da raggiungere. Se la schiava fosse schiava anche nella vita reale, imprigionata nel palazzo del suo Signore Che serve dall'alba al tramonto e dal tramonto all'alba, il suo abbigliamento potrebbe essere sempre conforme alle norme che il suo Signore Si degna di fissare. Ordinariamente, schiava e Padrone non vivono insieme, e il loro rapporto diretto può riguardare solo una parte del loro tempo: la schiava può anche avere altre relazioni, e il suo Signore essere un segreto splendidamente celato. Anche in questo caso, tuttavia, è essenziale che la schiava si senta tale in ogni momento della sua giornata - e delle sue notti: seguirà le indicazioni del suo Signore tutte le volte che è possibile, senza tacerGli i motivi che possono obbligarla a violarle o a violare addirittura le Regole - e anche in questo caso, farà sì che almeno un dettaglio del suo abbigliamento, invisibile a tutti, marchi la Volontà del suo Signore.
La schiava avrà interiorizzato la Regola se penserà istintivamente al suo Signore ogni volta che si vestirà o si svestirà, chiedendosi se possa piacere ai Suoi Occhi, se si sentirà bella anche con indumenti umili sapendo che è così che la vuole il suo Signore, se alla vista del suo Signore sentirà che il suo corpo, in ogni sua parte, è completamente accessibile a Lui, Cui appartiene.

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